PROTOCOLLO COIMBRA

 

COSA E’ IL PROTOCOLLO COIMBRA

Il protocollo Coimbra prende il nome del neurologo brasiliano Cicero Galli Coimbra che lo ha messo a punto nel 2002, è una terapia ad alte dosi di vitamina D sotto controllo medico ed è indicato per tutte le malattie autoimmuni. L’elemento distintivo della malattia autoimmune è l’incapacità del sistema immunitario di spegnere i processi diretti contro l’organismo al termine di una fisiologica risposta infiammatoria o di prevenirne lo sviluppo al di fuori di essa. Non sono note le cause scatenanti ma si pensa che le cellule immunitarie (linfociti T e B) sono sensibilizzate specificatamente contro antigeni dell’organismo a causa della perdita della tolleranza immunologica.

Perchè la Vitamina D?

Il protocollo Coimbra prevede elevate dosi di vitamina D, un ormone la cui carenza è correlata al rischio di sviluppo e progressione di numerose patologie.
Nel caso delle malattie autoimmuni, si sfrutta l’enorme potenzialità immunomodulante della vitamina D, per riequilibrare il sistema immunitario.
Il protocollo è adatto per tutte le malattie autoimmuni, non è specifico per una di esse e serve a regolare fisiologicamente il sistema immunitario, interrompendo la spesso devastante reazione autoimmune. La vitamina D modula il sistema immunitario attraverso il suo recettore (VDR) presente in quasi tutte le cellule, tra cui linfociti T attivati (CD4 e CD8), linfociti B, cellule presentanti l’antigene (APC), cellule dendritiche (DC) e macrofagi.

L’azione si esplica sia sul sistema immunitario innato che su quello adattativo o acquisito.
L’immunità innata è la prima barriera difensiva verso i microorganismi patogeni quali batteri, virus, protozoi e funghi e l’effetto della vitamina D è quello di potenziare il sistema attraverso l’attivazione di specifici recettori di membrana Toll-Like Receptor (TLR) deputati al riconoscimento dei patogeni presenti sulle cellule del nostro organismo (intestino, polmone, vescica, cute).
Sul sistema immuntario acquisito la vitamina D svolge azione sia diretta che indiretta di regolazione delle citochine determinanti la differenziazione cellulare (linfociti T); in particolare essa blocca la linea linfocitaria Th1 e quindi blocca la produzione di interferone (IFN-y) e interleuchina (IL12), mentre promuove la risposta Th2 aumentando la produzione di citochine quali IL4, IL5 e IL10.
Inoltre la vitamina D agisce su una nuova linea cellulare linfocitaria la Th17, individuata in questi ultimi anni, che coinvolge sia l’autoimmunità organo specifica che il mantenimento dell’infiammazione.

Perchè alte dosi?

Durante i suoi studi sul Progetto “Genoma Umano” tra il 1990 e il 2003 il prof. Coimbra si pose lo scopo di conoscere quali fossero le cause genetiche delle malattie. Il progetto, finanziato da governi di diversi paesi, aveva l’obiettivo di poter offrire una proposta alternativa di trattamento delle malattie, focalizzato sulle loro cause e non sulle loro manifestazioni attraverso studi di epigenetica.
La comparazione del profilo genetico degli individui portatori di malattie con il profilo genetico di persone sane ha portato a scoprire che tutte le malattie presentavano un gruppo di geni alterati e che quella alterazione favoriva l’insorgenza della malattia. In particolare nel caso delle patologie autoimmuni gli individui presentano problemi genetici relazionati alla vitamina D, una forma di resistenza che porta ad una incapacità di assimilare o attivare la vitamina D. Il sistema immunitario è infatti regolato dalla forma attiva idrossilata della vitamina D (calcitriolo). Nei soggetti con malattie autoimmuni, ciò che non funziona è il “passaggio” tra la vitamina D “semplice” (che di solito viene presa dal sole) e il calcitriolo la sua forma attiva ed utilizzabile dall’organismo. La trasformazione da colecalciferolo a calcitriolo non funziona correttamente. Dunque, per avere livelli adeguati di calcitriolo e necessario aumentare la vitamina D a livelli altissimi. In questo caso, anche se ne trasforma una piccola percentuale, sarà sufficiente a far stare bene il sistema immunitario.

Le cause della scarsa responsività alla vitamina D possono essere solo ipotizzate. La più importante di esse è rappresentata dagli alti livelli di stress. Infatti questa condizione può influire direttamente e negativamente sulla malattia, come testimoniano studi recenti.
Altri elementi poco meno importanti dello stress sono il fumo di sigaretta, l’abitudine a un ampio consumo di alcolici, i bagni troppo caldi e le frequenti infezioni, sia urinarie che di altro tipo. Queste condizioni, se presenti, possono continuare ad aggravare l’evoluzione della patologia, indipendentemente dalla vitamina D così come da altre terapie tradizionali.

Obiettivo della terapia

Il protocollo Coimbra è una terapia personalizzata sotto stretto controllo medico (link pagina medici) e si basa su alte dosi di vitamina D. Scopo della terapia è portare la malattia autoimmune in uno stato di  remissione permanente.

Se il paziente non ha ricevuto gravi danni, sarà in grado di condurre una vita piena e normale. Nel caso in cui, vedi le forme di sclerosi multipla progressiva o patologie invalidanti come l’artrite reumatoide che presentano danni pressoché irreversibili, nel loro caso, interrompere la progressione della malattia o provocarne la remissione significa semplicemente apportare benefici e miglioramenti specie sulla stanchezza e l’infiammazione.

Generalmente i sintomi più recenti, per lo meno inferiori a un anno dalla diagnosi della malattia possono essere suscettibili di regressione. Ovviamente il protocollo non porta a una guarigione, ma ad una remissione di sintomi e malattia e finché la persona continua con la terapia, la malattia rimane inattiva senza alcun segno di peggioramento né clinico né di laboratorio.

Per questo motivo il paziente deve essere strettamente monitorato ed eseguire periodicamente analisi ematochimiche che hanno principalmente lo scopo di:
– capire lo stato della vitamina D nell’organismo e la resistenza nella sua attivazione, per arrivare alla dose corretta di vitamina
– controllare che non si vada incontro a rischi ed effetti collaterali.

Il protocollo Coimbra non è una terapia fai da te ma è importante che ci sia una interazione e collaborazione attiva tra medico e paziente.

.